C.

Come cambiano le parole, adesso e dopo.

Come sta cambiando la percezione dello spazio comune dallo stato di sospensione domestica in cui ci troviamo? E cosa diventano gli spazi del comune quando il contatto dei corpi non è possibile? Quali parole abbiamo per costruire nuovi immaginari? Insieme, lanciando nuove reti che colleghino i punti, spogliandoci di identità per acquisirne di nuove. Collettive, aperte, condivise.

C.

Contatto

- Giusy Caruso

In una ‘società liquida’, come la definisce Bauman, contatto, che dal lat. contactus -us, contingĕre significa «toccare», si afferma ai tempi di lockdown come ‘restare uniti a distanza ma senza toccarsi’. ‘Allora rimaniamo in contatto’… mediati dalla tecnologia dove il…

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V.

Vedere

- Francesco RussoAnimado Film

“Non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo. Ciechi che, pur vedendo, non vedono”. Lo dice Saramago in “Cecità”, immaginando un’ epidemia che improvvisamente colpisce l’intera popolazione, di colpo avvolta in una nube lattiginosa che impedisce di  vedere, portando violenza…

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C.

Cortili

- Angela NassoCortile Mondo

I cortili erano uno spazio definito, chiuso tra mura, ora diventano mondo. Stanze aperte agli sguardi e agli incontri, pur distanziati. Sono griglia su cui affacciarsi, manifestare la propria presenza nel bisogno di relazione e sviluppare umanità. Un giardino di una…

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C.

Carcere

- Patrizia Ferragina

Nelle nostre città ci sono anche le carceri. Le difficoltà in questi mesi di epidemia sono state numerose: la necessità di isolare i malati, i protocolli da seguire per chi lavora negli Istituti, come la Polizia Penitenziaria, gli Educatori e…

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