“Jack in the Box” è la traduzione inglese del nostro “pupazzo a molla”. Quel giochino che salta fuori all’improvviso da una scatola. Esiste anche una canzoncina, che parla di come Jack viva nella sua scatola, aspettando quello scatto di molla…
Come sta cambiando la percezione dello spazio comune dallo stato di sospensione domestica in cui ci troviamo? E cosa diventano gli spazi del comune quando il contatto dei corpi non è possibile? Quali parole abbiamo per costruire nuovi immaginari? Insieme, lanciando nuove reti che colleghino i punti, spogliandoci di identità per acquisirne di nuove. Collettive, aperte, condivise.