J.

Jpeg

JPEG è un formato, uno standard, una compressione. La forma delle immagini che si espandono e invadono la memoria dei nostri computer, dei nostri desktop: anni compressi in cartelle. Una sequenza di byte che affollano bacheche virtuali e dispositivi elettronici. Ma è anche molto di più. Una commistione di elementi: fotografie, fotografie di fotografie, illustrazioni, disegni, parole, simboli, icone. Talvolta è un’espressione di arte in digitale.
L’immagine dei nostri luoghi del cuore, dei nostri sentimenti, dei nostri amici, dei nostri antenati, delle nostre famiglie, dei nostri piatti preferiti, di animali domestici e fiori sul balcone. Formato mutabile nel tempo a seconda degli stati d’animo, non ingiallisce, ma può essere cancellato in un attimo. JPEG è relazione, il risvolto visuale della nostra piccola grande comunità, con o senza filtri.  È la faccia della medaglia che vediamo, è un modo di comunicare. Uno dei modi in cui rappresentiamo il mondo o come ci piacerebbe fosse. È l’estensione del nostro pensiero, è dialogo e incontro quando le cose da dire sarebbero troppe, o forse troppo poche. 
JPEG è un codice, un linguaggio capace di innescare emozioni. Un archivio delle nostre memorie, storie personali e collettive; dei nostri ricordi, vicini e lontani; delle nostre distanze e dei nostri confini interiori. È il linguaggio del cuore. Spesso è pura immaginazione, quell’immaginazione che ci permette di guardare, riguardare e volgere ancora lo sguardo all’orizzonte.
- Camilla Munno