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Respiro

Quello che abbiamo vissuto in questi mesi di convivenza con il Covid – 19 ha fatto emergere un elemento inqualificabile e che riguarda, senza confini, tutte le forme del vivente: la centralità del respiro. Un gesto originario, l’atto vitale per eccellenza, una relazione primaria tra il corpo ed il mondo.
Mondo che la stessa attività umana ha distorto, deviato, distrutto, inquinato, strozzato.
Prima di questo virus eravamo già condannati al soffocamento.
Se lotta ci deve essere, deve essere contro tutto ciò che condanna la maggior parte dell’umanità all’arresto prematuro del respiro, contro tutto ciò che confina ampi segmenti della popolazione a una respirazione difficile, a una vita pesante. 
Contro tutto ciò che prevarica e che toglie il diritto universale al respiro.
Non contro un virus ma contro le nostre azioni.
Non riesco a respirare quando penso che non siamo ancora riusciti ad essere meglio di così.
Nel nome di tutti i George Floyd dobbiamo impegnarci a costruire un’identità comune capace di vederci tutti collegati, senza sgominatori sociali, vincitori volgari e disonesti. Contro un’antropologia del vincente per il diritto all’aria che ci tiene in vita.
Nel nome di tutti quelli che lo hanno rivendicato fino all’ultimo respiro. 

- Paola GaluffoPerifericaLo Stato dei Luoghi