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Radio

La radio è intimità, perché diventa presente senza invadere. Così risponde a questo tempo inedito, in cui accrescere la cura, allenarci al rispetto e alla salvaguardia dell’intimo. All’inizio dell’isolamento il bisogno era l’organizzazione temporale: la radio è riapparsa come sistema di appuntamenti regolari, in grado di scandire la giornata e battere il ritmo che ricreasse spazi creativi.
La radio è almeno una voce, che dà brividi. Una voce che ritroviamo per non sentirci soli oppure che ci aiuta a non dimenticare l’alterità.
La radio è una magia, che oggi rinnova la nostra esigenza di sentirci appartenere al mondo.
È un aggregatore e mezzo di espressione, come dimostrano le radio dei bambini allontanati dalle scuole e le web-radio da salotto, in cerca di svago.
Talvolta la radio è strumento di autorganizzazione tra realtà e città diverse: le nuove prassi politiche per riuscirci sono da inventare adesso.
Intanto, la radio si riscopre utile servizio pubblico, effettivo canale di dialogo con le istituzioni.
Non so cosa fosse la radio prima, ma ora è una presenza più umana degli schermi. La radio è oggi la coccola per darci il conforto e da qui pensare. Pensare ad esempio che questo è il momento in cui fare solide le relazioni che siamo, per non crederle mai scontate.

- Irene Aurora PaciLessico di ChiaravalleLa Repubblica di Chiaravalle