Presente
Senza un futuro radioso su cui riversare tutte le nostre aspettative, cosa sarà mai il presente?
E’ finalmente il tempo da vivere, in cui esistere e ‘stare a contatto col problema’.
Da qualche giorno faccio il gioco della Presentificazione:
Essere nel presente, essere presenti a se’ stessi e rendere presente ciò che manca: trasformare le assenze in presenze, nominare ciò che è assente perché è già stato, come mio padre, la mia adolescenza, la musica dai walkman, elencare ciò che non c’è ancora ma che oggi più che mai vorrei ci fosse, la piazza, i festival, gli abbracci, e infine, immaginare ciò che è semplicemente presente come possibilità, e che risiede nel campo dell’immaginazione, come il mondo che vorremmo.
Questo presente continuo, ci permette di impegnarci in attività immaginative, senza l’ansia di doverle trasformare subito in realtà, ma con la serietà di un paziente costruttore di mondi. Questo presente continuo può essere il momento giusto per non preoccuparsi del futuro, e soprattutto il momento giusto per scegliere di non voler più tornare indietro.