Occhi
Si dice che gli occhi siano la finestra dell’anima. Confinati e reclusi nelle nostre abitazioni ci teniamo in contatto visivo grazie agli schermi della tecnologia, ma quel quid che fa sì che l’occhio sia il luogo in cui si concentra l’identità dell’individuo (M. Kundera) sfugge alla sua riproduzione digitale.
C’è bisogno di una distanza ravvicinata per instaurare uno sguardo da anima a anima. Difficile quantificarne esattamente la distanza, stabilire se questa sia inferiore o superiore alla lunghezza di un metro, quella che adesso segna il distanziamento sociale quando usciamo a fare la spesa.
Certo non è solo una questione di centimetri, quanto di intenzionalità dello sguardo e di volersi concedere allo sguardo dell’altro, ma avremo sicuramente bisogno di una certa prossimità per farlo. Per esercitare quella lingua universale e muta, più immediata di qualsiasi altra comunicazione verbale, che passa attraverso gli occhi.