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Forno

Forno sociale.
Sostenibilità ambientale e filiera corta, cultura del cibo e riscoperta delle tradizioni: da più di 3000 anni il forno sociale è simbolo di comunità (dal lat. communĭtas – atis «comunanza», der. di communis «comune»). In passato rappresentava il cuore della vita nei villaggi, luogo in cui, con poche lire o con baratto, era possibile cucinare pane e focacce. 
Una vera impresa di comunità: tutti contribuivano al suo funzionamento, a partire da chi, per “guadagnare la giornata”, trasportava materiale per l’accensione, ai meno fortunati che, per scaldare le proprie case, recuperavano i carboni ancora caldi donati dai fornai. 
Il boom economico, l’urbanizzazione e il conseguente disgregamento delle comunità locali segnano il passaggio dalla qualità alla quantità, che vede la sua espressione nell’individualismo e nel consumismo sempre più sfrenati. 
L’attuale isolamento forzato ha però ristabilito un ordine nelle priorità, riaccendendo l’attenzione sul valore delle relazioni, della condivisione e dello scambio. 
Scambio di consigli, di pasta madre, di pane. 
Il forno comunitario rappresenta ancora oggi un condensatore sociale in grado di attivare processi di biodiversità comunitaria: la nostra visione post pandemica è accompagnata dal risveglio delle coscienze sui processi naturali, che può manifestarsi attraverso la creazione di una comunità raccolta attorno al pane. 
Con forno sociale Spiga sogniamo una nuova avanguardia, dove il profumo di pane appena sfornato equivale a un atto di consapevolezza, aggregazione e ricostruzione degli equilibri interrotti tra dimensione umana, rurale e urbana.

- Maria Scalisi, Antonella Cardinale, Arthur Bohn, Danilo Perozzi, Giuseppe Deplano, Egidio SandronForno sociale SPIGABottomUp! Torino