Cortile
Deposito, parcheggio, parco giochi, piazzetta, giardino e perfino solarium. Cosa sei? Sei legami, affetto e comunità? Sei controllo, sguardi e giudizio?
Quando la Piera, scostando la tenda della finestrella da cui ti osserva attenta, ammonisce i bambini per il loro gioco pericoloso, cosa sei? Quando fai entrare estranei che, seduti sui tuoi gradini, passano la notte a ridire e scherzare, bere e fumare, mentre Amina e Franca raddoppiano le mandate alle loro porte, cosa sei? Quando Roberta ti attraversa sui tacchi quasi correndo per paura degli sguardi indiscreti, impiccioni e volgari, cosa sei?
Eppure oggi ci dai un po’ di sfogo, permetti di guardarci in faccia e di salutarci, di far giocare i figli e di far camminare gli anziani. Ci stai dando la sicurezza dello spazio privato e restituendo la socialità dello spazio pubblico. Ci stai aiutando a riorganizzarci, a fidarci nuovamente l’uno dell’altra. Per la prima volta la signora del terzo piano si è affacciata e mi ha salutato. Come state? mi ha chiesto. Bene! ha bisogno signora? No, no sono seguita, non preoccupatevi volevo solo sapere come state.
Stai diventando l’unità minima da cui ricominciare.
E così capisco che non sei altro che uno specchio, il nostro specchio. L’unica risposta alla mia domanda è un interrogativo più profondo: chi saremo noi e come ricostruiremo uno spazio comune.