C.

Casa pubblica

Ho aperto la porta e le finestre, il sole e la luce entrano in casa. La casa si cura, si rivitalizza.
La porta delle corti della vecchia Milano è un insieme di due porte. Quella esterna si lasciava aperta e quella interna diventava finestra. In mezzo c’è un cuscinetto. Poi fuori: la ringhiera, dei vasi, una sedia. Già li è una comunità di vicini che s’incontrano.
In questi giorni di quarantena persino nella mia casa borghese ci si riappropria degli spazi comuni. Lì non siamo in casa e non siamo fuori. Usiamo le scale per non toccare l’ascensore e per fare moto. Mio figlio, unico bambino, gioca a palla nell’androne. In tempi normali sarebbe successo un putiferio, invece ecco un sorriso. Il condominio lascia correre, nell’emergenza i miei vicini hanno scoperto il senso di essere vicini. Il portone è chiuso, mettiamo il naso fuori, la città vuota è triste. Nel cortile ci sentiamo protetti. La paura e la confidenza. Bisogna chiudere e riaprire le porte. Essere di Chiaravalle, ed essere cittadini del mondo. Ed essere ospitali, offrire la vista di un vaso di fiori curato. Imparare ad avere delle cose in comune, gestirle assieme. Aprirsi al mondo, prendere aria: questa è la casa pubblica.

- M. Giulia FrailichLessico di ChiaravalleLa Repubblica di Chiaravalle