C.

Camminare

Da piccoli impariamo prima a camminare, poi a parlare e infine a pensare. Passa il tempo e ci ritroviamo a cogitare tanto, esprimerci di quando in quando, e muoverci pochissimo. Forse per questo i pensieri si fanno via via ripetitivi, le parole trite e ritrite e i muscoli dolenti? È che dimentichiamo l’ordine naturale delle cose.

Per fortuna che da grandi ci sono ancora luoghi che rimettono in moto piedi, emozioni e visioni.

A Chiaravalle, che si arrivi in auto, bus o bicicletta… rotaie e sagrato, rogge e canneti invitano a scendere e ad aver cura del passo. Spingono ad accorgersi delle linee sottili, visibili e invisibili, che dividono e uniscono. Sollecitano una scelta: di qua o di là? E subito dopo dischiudono una falcata che rimane aperta.

In questa valle chiara, ove il bosco delle distrazioni lascia spazio alla radura della presenza, ci si riscopre creatori della ferita che separa, ma anche del medicamento che rimargina. Si fa esperienza di come ogni attimo si sia responsabili del tracciare o abbracciare opposti, puntare i piedi o aprire varchi, arrestarsi o costruire ponti. 

“Alzati e cammina” disse un dio fattosi uomo. 

” Soffermiamoci sul cammino”, diciamoci noi, qui e ora. 

Bambini dèi in cammino.

- Laura AimoLessico di ChiaravalleLa Repubblica di Chiaravalle