Abbraccio
Mai, prima di adesso, abbiamo sentito così bisogno dell’abbraccio. I legami della vita di “prima” sono sommessamente accantonati. E tra i segni dei legami affettivi e sociali, l’abbraccio è il più virtuoso ed il più intimo. E’ la piegatura di sé verso l’altro, ha radici primeve, non a caso la parola “abbraccio” viene dalla radice sanscrita Ling-ami (A-Ling-Ami è l’abbraccio in senso stretto). “Allargando le braccia,/si mostra il disarmo delle ali,/ e infine si svanisce,/insieme/nello spazio di carità/ tra te/ e l’altro/”. Così Chandra Livia Candiani.
Il Dopo che seguirà al Prima apre un Mondo differente.
Con una “ripartenza” feroce, densa di rischi di incremento delle diseguaglianze, di vecchie e nuove povertà anche educative e culturali. Ricolma di “Distanze” per i nostri abbracci.
Il nuovo “abbraccio” che verrà pretende che le regole del gioco dello Sviluppo Umano debbano rimettere al centro le persone tutte, l’ambiente, l’impatto sociale. E non il profitto e gli interessi di piccole porzioni dell’Umanità.
Pretende che la Cultura e la Creatività siano tra i motori principali, i fattori abilitanti, del benessere sociale e della buona vita, come da sempre accade ma come oggi, nel chiuso delle nostre abitazioni e quasi per sottrazione, sappiamo rendercene meglio conto.
Cosi, forse e soltanto, i nostri abbracci ci restituiranno un Mondo migliore.