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Tristezza

Sulla senhora tristeza: oggi è il mio giorno triste…E una delle più belle e profonde canzoni cantate da Caetano e Gil si intitola Desde  que o Samba è Samba. Per una caso necessarissimo, nel 1994 arrivo a Lisboa e vedo il cartaz che annuncia al Columbus il loro concerto.  Teatro esaurito ma per un altro caso riesco a entrare all’ultimo momento. Questo duo eccezionale, che con Chico costituiscono o Brasil poeticamente indimenticabile, canta la canzone due volte, al bis tutti in piedi. E’ un samba dolce e lento, ben ritmato, cantato con commozione, un samba sorridente che “mistura”  l’origine del samba in quanto  figlio del dolore e padre del piacere: o grande poder transformador. Per questo, “Tristeza è a nossa senhora” … e, si sa,  i lusitani la sanno lunga sulla solitudine triste. Ieri e ancor più stamattina la tristezza è arrivata improvvisa, senza bussare alla porta si è sdraiata al mio fianco. E ora mi è tornata questa canzone e mi si è attaccata. Certo, ci sono fin troppi motivi per essere tristi, sia per questo virus che per  aver ucciso un grande uomo. Certo, tutti – o quasi – sono uomini grandi quando muoiono, eppure la faccia di Sepù, così lo chiamavo quando fantasticavo di chiacchierare con lui senza averlo mai incontrato, incorpora la bellezza drammatica  dell’intera America Latina, le sue vienas abiertas… Ma non è per queste morti ingiuste che Madame Tristeza si è accomodata in casa. Nel suo sguardo vi è qualcosa di impalpabile e indecifrabile. E’ inutile, penso, cercare di capire cosa voglia e perchè proprio oggi sta qua in silenzio, non aspetta. Sta. Le offro un caffè ma lo rifiuta. Ora cercherò quella canzone e magari si rilassa e sparisce.  “La lacrima chiara sulla pelle scura”. Mistura. L’ascolto da fermo, quasi immobile anche se spinge al movimento.   Cantando questa volta a tristeza non va via insieme alle note della musica. Le vene sono aperte e scorre non solo sangue ma l’indecifrabile.

- Massimo Canevacci