T.

Trasformazione

Trasformazione: penso al linguaggio, organismo in costante evoluzione – trasformazione. Una trasformazione “subìta” dal linguaggio, frutto dei comportamenti dei singoli individui e delle diverse comunità – ricordando che un singolo individuo può far parte di più comunità, ed influenzarle/esserne influenzato.

Poi penso alle trasformazioni silenziose di François Jullien (2010), secondo cui qualsiasi cambiamento è il risultato di un processo che mai si ferma. Un processo sempre attivo ed invisibile in fieri, e visibile solo quando – guardando il passato – fissiamo delle arbitrarie divisioni temporali. È solo attraverso un’istantanea – scattata in un momento arbitrario – che ci rendiamo conto di come il nostro corpo sia cambiato nel (e col) tempo.

Linguaggio e silenzio: con queste due parole interpreto trasformazione, e valuto la sua relazione con il Villaggio Artigiano. Forse questo nostro fermarci ha messo in moto una mutazione della trasformazione pre-pandemia; una trasformazione senza alternative – non sapremo mai cosa sarebbe successo se non fosse arrivata la pandemia – ed allo stesso tempo aperta a ulteriori trasformazioni. Ce lo racconteremo, usando il linguaggio, e trasferiremo nel (e col) linguaggio le nostre esperienze di individui e di comunità.

- Matteo Di Cristofaro Lessico del VillaggioOvestLab / Periferico / MOP-Modena Ovest Pavillion