Tempo
Ma il tempo, il tempo chi me lo rende, chi mi da indietro quelle stagioni…
E’ un frammento di una canzone di Francesco Guccini che mi è venuta alla mente quando, spesso, sentivo mancarmi il tempo. Mancarmi come l’aria. Tempo per me, tempo per fermarmi e guardarmi tra le pieghe dell’anima, tempo per accucciarmi, tempo da perdere (ma davvero il tempo, se è nostro tempo, si perde?).
Ora che la natura (il cosmo? chissà…) mi è venuta incontro, regalandomi un tempo sospeso mi trovo in una condizione inimmaginata, insperata, quasi inconfessabile di serenità.
Sono fortunata. Non mi sono ammalata, non si è ammalato mio figlio, né alcuna delle persone (tantissime) a me care.
E ho, da pochi mesi, una nuova casa con un terrazzo.
Potrei dire che non mi serve altro. Mi muovo con passi appena accennati, increduli, riconoscenti in questa nuova dimensione. Ho scoperto che alcuni uccelli camminano e altri zampettano. Non lo sapevo. Posso seguire quotidianamente il nascere di un germoglio. Posso stare ferma, immobile. Posso non fare assolutamente nulla, se non ascoltare e ascoltarmi.
Posso sperare, finalmente, di rinascere, ripartorirmi, quando tutto questo sarà finito. O non del tutto davvero finito.