S.

Speranza

Un giorno usciremo di casa. Andremo nelle librerie e nelle biblioteche. Faremo colazione al bar e, perché no, una passeggiata guardando le vetrine; d’inverno una cioccolata calda nei caffè del centro. Diremo meno sì di un tempo, ma ricominceremo a progettare, ad annotare gli appuntamenti sulla nostra agenda, di carta, a uscire di sera, a tutte le ore, a viaggiare. Avremo di nuovo la voglia – il coraggio – di abbracciarci. C’innamoreremo ancora, di un uomo, di una donna. Affronteremo l’ennesima crisi della nostra e di molte generazioni. Saremo, di nuovo, migliori dei nostri tempi. Ritroveremo la leggerezza calviniana. Ricominceremo a stare tra la folla, dove abbiamo passato la maggior parte della nostra vita. Di notte non faremo più sogni così strani, le mani smetteranno di tremare. Smetteremo di avere paura, forse. Tutto questo grazie alla speranza, che è sempre stata una delle mie parole preferite, me la sono anche fatta tatuare: hope. Senza speranza non sarebbe possibile immaginare il nuovo mondo.

- Annarita Briganti