Solitudine

Dentro allo spazio bianco della solitudine si dipana l’attesa del possibile. Quello che ancora non c’è e deve esser creato. Succede all’interno adesso, nel confino delle mura che ci dividono e ci proteggono e succede senza accadere davvero. Una condizione che disvela il bisogno di unirsi e quello di isolarsi, nel tentativo umano di far coincidere questo atavico dualismo. Non siamo più soli eppure più soli di prima, senza una vera solitudine di tempi e di spazi. Cambiamo con i concetti che ci cambiano o, forse, plasmiamo la realtà attraverso di essi, navigando a vista senza sapere della marea. Da soli tentiamo la fuga nell’altro e insieme agli altri la fuga nell’io. Ché dovevamo pure prima per essere interi, ma oggi -credo- cerchiamo di più.