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Smart Working

Il crollo verticale della fabbrica e l’attestazione del paradigma post-fordista ha inaugurato una stagione del mercato del lavoro segnata dall’esplosione di professioni eterogenee ed eterodosse, segnate dall’innovatività e dall’atipicità, generatrici di risorse inesplorate e profondamente segnate dall’instabilità, dalla flessibilità e dalla mutevolezza. Figure nomadi, fortemente interconnesse, che scambiano conoscenza attraverso codici informali e agiscono su frontiere normative, disciplinari e geografiche estremamente labili. In questo universo flessibile e a bassa standardizzazione, in cui i tempi e gli spazi di vita si nutrono di quelli del lavoro, l’agilità organizzativa, la destrutturazione dei luoghi della produzione e la propensione al risultato, proposti dal modello smart working, fa sorridere. La distanziazione sociale imposta dal Covid-19 ha enfatizzato in Italia il ruolo inedito svolto dallo smart working che altro non è che un massiva retrocessione del lavoro nel perimetro domestico (home working). Una novità solo per le organizzazioni tradizionali (fordiste) a ridotta conciliazione vita-lavoro e che presenta caratteri di flessibilità relazionale e autonomia sicuramente inferiori all’ordinario.

- Vitandrea Marzano Comune di Bari