Sguardo
In città si cammina con il volto coperto, a passi svelti, carichi di tensione. Non è il momento delle battute, si parla con gli sconosciuti solo se necessario. Il resto è un gioco di sguardi.
Paura. Puoi leggerla nello sguardo della signora che all’improvviso fa un salto all’indietro, proprio accanto a te, davanti al banco frigo. Stavi solo allungando la mano verso la solita confezione di prosciutto, quella che compri sempre. Chiedi scusa, hai superato la distanza di sicurezza, non ci avevi pensato.
Confine. Sei stata tu a delimitarlo, in fila per entrare al supermercato, voltandoti con regolarità verso lo sconosciuto che sentivi camminare alle tue spalle. Timorosa che facesse un passo di troppo, lo hai guardato dritto negli occhi, soltanto un attimo, e lui si è fermato.
Complicità. Alla fermata del tram siete solo in due. Riconosci quel ragazzo. Eravate spesso nel tram delle 8 e 10, a volte stipati come sardine, ma mai incrociavate lo sguardo. Evitare il contatto visivo, in un un mezzo pubblico strapieno, aiuta a mantenere le distanze, si sa. Invece oggi i vostri sguardi si cercano, comparando il ricordo di quella folla con l’irreale vuoto del presente. Una piega sul viso, invisibile e leggera, sconfina oltre la mascherina e vi illumina gli occhi. State sorridendo.