Sedersi
È un’ora in cui si può fare tutto quello che puoi. Sì.
Come stare seduti. Una cosa che non facevo da molto tempo.
Sì. Sulla sedia, per terra, sul divano, sul letto. Questa è un’ora in cui posso stare seduto perché non posso fare altrimenti, non posso fare granché, e allora
mi siedo.
Oh.
Lascio che anche i visceri si seggano dentro il ventre afflosciandosi al loro posto. Ascolto il momento, mi distraggo, ci riprovo. Lascio le spalle sedere, le scapole scendere, gli occhi chiusi. E penso a tutte le primavere passate, a tutte le primavere in cui la magnolia in giardino è fiorita e a tutte le volte che passandoci davanti mi son detto “ora mi siedo sotto” e non l’ho fatto.
Neanche quest’anno, neanche l’altro ieri l’ho fatto, eppure avrei avuto la possibilità: passeggiavo, ho notato i primi boccioli, dritti sul ramo, mi son detto “coraggio, vai” e
sono andato oltre, senza sedermi nemmeno quest’anno sotto la magnolia.
Mi siedo allora più dimesso sul cuscino.
Siedo sul cuscino, le gambe incrociate, e mentre sento le lacrime rigare il viso sento stormi di passeri volare attorno, battere le ali. Siedo nel nido, i figli dall’aria gioiscono delle ali e mi fanno sentire col loro volo intorno che c’è mondo mondo mondo e mondo.