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Sciorinare

In questo tempo di pandemia mi è capitato di imbattermi in questo verbo ormai desueto. Lo usava spesso la mia nonna toscana, riguardo il tirar fuori dalle tasche qualcosa, in particolare banconote e monete. “Sciorinare quattrini” era il termine che le sentivo spesso dire  e che im questo è riaffiorato dalla mia memoria.
Ho poi scoperto che la “pratica dello sciorino” era una misura di prevenzione in tempo di epidemie e consisteva nell’esposizione al sole e all’aria delle merci “suscettibili di essere infette”. Lana, seta , cotone, lino, pellami , tabacchi  trasportati dalle navi commerciali quando ritenuti “sospetti” (dal medico o del deputato della Salute ) venivano fermati prima di raggiungere il porto di destinazione. Gli equipaggi venivano fatti sbarcare e posti in isolamento nei lazzareti (tipici quelli della Foce a Genova, dell’isolotto del Chiuppino a Napoli, dell’isola del Lazzaretto Vecchio a Venezia) mentre le merci veniva esposte al sole e all’aria o addirittura fumigate o “spurgate” con aceto dagli “sciorinatori” gli addetti ai compiti di pulizia e igienizzazione. Compiuta la quarantena merci e uomini potevano entrare.
E’ sorprendente come l’etimologia possa non solo parlarci del passato ma raccontare anche l’epoca presente. 

- Francesco Adami