Scienza
I filosofi ce lo dicono da un po’ che non è così. Che la scienza non è certezza. Che non esiste un sapere oggettivo. Ma non credo che l’avessimo capito. La maggior parte dei miei studenti, per esempio, non lo sa. Fanno il liceo scientifico e credono che con i numeri potranno fare luce. Nelle loro teste e nel loro futuro.
Io avevo paura a dirlo chiaro. Sono le uniche materie che studiano, perché smontare anche quelle? Alla fine, a 16 anni, qualche certezza serve.
Ma ci ha pensato la pandemia, credo, ci hanno pensato i troppi scienziati protagonisti sui giornali. Tutte teorie scientifiche, le loro. Peccato che una dica l’opposto dell’altra. E la scienza, a rigor di logica, dovrebbe essere logica. Senza contraddizione.
Sarà più difficile, quando torneremo in classe a Settembre, dire che qualcosa è “scientificamente provato”. Proverò a balbettare che quando c’è di mezzo l’uomo, il sapere è per forza relativo. Che conoscere tutto l’uomo è la scienza migliore, quella meno imperfetta. Non solo la ragione, ma anche i sentimenti, gli ideali, le meschinità, gli abissi, le ambizioni…
Ce la faranno i miei studenti a sostenere il peso di una nuova incertezza?