Ritmo
Il ritmo è un magnetismo che attrae e lega le persone. La forza ritmica è una delle più efficaci risorse che abbiamo a nostra disposizione per mantenere una socialità positiva. Il ritmo è l’accordo e l’armonia, ma non è la musica o la danza, né il canto o la preghiera, perché è qualcosa di precedente e di più profondo. È qualcosa che non avviene nelle persone, ma tra le persone, e che si manifesta in occasioni speciali.
Nei lager «ognuno era disperatamente ferocemente solo», ricorda Primo Levi, eppure anche in quelle fragilità estreme c’erano delle “tregue”, le quali erano possibili proprio per una forza ritmica e magnetica. Questa spingeva gli uni verso gli altri, così gli internati si raccontavano storie e ricordi, declamavano poesie, e discutevano e commentavano.L’incertezza agita e inquieta, eppure l’indeterminatezza è anche il sale della performance vitale. Che ne sarà di noi, quanto durerà questa quarantena, riusciremo davvero a tornare ad una “normalità” sostenibile?
Intanto ogni sera, in Francia, alle 20 ci diamo appuntamento sul balcone per sostenere con un applauso i medici e gli infermieri in lotta contro l’epidemia ma, prima ancora, quel battimano serve a marcare un ritmo che quasi ci fa abbracciare tra dirimpettai; crescendo sera dopo sera, la scansione collettiva di un ritmo allevia le solitudini recluse in palazzi separati da un ampio boulevard. È un rito laico e scarno, che tuttavia segna una cadenza di vita. Come canta mia figlia per i suoi esercizi mnemonici di prima elementare, «redonnez-moi la cadence, danse, et venez danser avec moi».