Rappresentazione
In questi giorni di quarantena la tv italiana si è svuotata, sono vuoti gli studi e, in quel senso di fuga generale da ciò che si avvinghia alle più intime paure, ci si è rifugiati nel web, luogo virtuale dove ritrovare maggiore libertà di intercettare pensieri più vicini ad un modo umano ed umanizzante.
Nel web ho incontrato un popolo nuovo. Attivo, creativo, disponibile, colto, informato, propositivo, sensibile, dotato di spirito critico, di visione, di COSCIENZA.
Giorno dopo giorno mi stupiva sempre più incontrare questa comunità che sembrava la “comunità ideale” e mi chiedevo cosa fosse cambiato, perché solo ora era così evidente ai miei occhi. Era cambiato il tempo, anzi, era stato sospeso. Tutto si era fermato e tante persone, non più obbligate a correre senza fiato verso obiettivi e scadenze, potevano stare, pensare, confrontarsi, creare, condividere visioni e opinioni. E, da quell’incontro mai sterile, quasi per caso a volte, nasce consapevolezza. Questo doppia condizione tra le maggiori antagoniste della comunicazione, oggi smaschera la rappresentazione sleale che viene venduta di questo intero paese. Fino ad ora, quello che tutti hanno pensato “rappresentativo” del paese, in realtà, allargando solo di poco il campo visivo, è rappresentativo solo di una piccola comunità, quella degli schiavi, vendutisi ad un sistema perverso, che entrano senza bussare nelle nostre case, seminando odio, violenza, inappropriati registri linquistici, falsa informazione.
Bisogna riflettere, forse in questo isolamento possiamo ritrovare una nuova coscienza di classe, che possa ristabilire la vera rappresentazione degli italiani.