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Programmazione

I sistemi complessi che hanno caratterizzato la nostra società, le incertezze che hanno accompagnato le nostre vite, ora si presentano con un’altra forma, sconosciuta. Di fronte alla condizione attuale, le strutture esistenti si sgretolando, i programmi soliti vacillano e non si possono stabilire piani di intervento con risultati certi.
Forse si presenterà l’occasione per studiare  nuovi metodi che considerino o riconfermino la programmazione sociale un processo soprattutto umano. Le vite avranno bisogno di tornare ad organizzarsi, a ricostruirsi e nel tempo che verrà si riscopriranno nuovi modi di fare sistema, di governare i processi, perché un senso nuovo o forse perduto dovrà pur ricostituirsi. Dopo la confusione, il caos, la morte e dopo la lunga assenza i programmi, oltre ad indirizzare con la loro tipica razionalità, dovranno forse modificare lo sguardo o indirizzare di più il sistema politico? Potranno rivolgersi al prossimo partendo dal riconoscimento della sua sofferenza, per sollevarlo da essa costruendo nuove realtà?
Si svela forse l’opportunità di costruire programmi sociali ancora più resilienti, che sappiano dialogare con le persone raccogliendone con accuratezza i pezzi, rimettendoli insieme, curandosi del loro intero, interno e intorno?
Per ora mi solleva pensare ad un modello di programmazione sociale che non costruirà soltanto, ma che seminerà i pensieri di tutti, facendone nascere meravigliosi giardini, dove i progetti ne cureranno la crescita e le persone potranno raccoglierne i frutti.

- Francesca Morici