Persone
Sono un’insegnante di danza, il mio lavoro è con e per le persone. Ne vedo tante, tutti i giorni. Le giornate si affollano di volti, pensieri, richieste, necessità, sorrisi, interrogativi, fatiche e gioie. Tutto però dentro un unico spazio: la sala danza, e un unico scopo: la danza. Cosa fanno quando non danzano? Dove vivono? Con chi? Cosa pensano, chi sono? Esperienze umane meravigliose, condivisioni di mondi interiori ricchissimi, ma il tutto contenuto in un luogo, in un tempo, in un obiettivo. Non c’è spazio per altro.
In questo momento senza limiti, un tempo senza tempo, senza orologi a muro da controllare, questo “altro” si è dischiuso e io ci sono entrata. La porta di accesso però non è di legno o blindata, ma il monitor del mio tablet. Proprio grazie a questo mezzo, così per me anti relazioni umane, ho avuto modo di accedere al loro privato: una strana, ibrida intimità. Sono entrata nelle loro case, ho visto i loro luoghi, il loro arredo, la scelta dei colori, delle forme, le persone e gli animali con cui condividono i loro giorni e le loro vite. Abbiamo parlato senza trucchi, con, sullo sfondo, la loro quotidianità; quella straordinaria quotidianità che ci identifica e con cui ci identifichiamo. Ho conosciuto le persone, non le allieve, ed è stato un nuovo bellissimo viaggio.