N.

Neoantropocene

Dopo numerosi allarmi inascoltati del pianeta, dopo aver superato molte volte i limiti dello sviluppo, la crisi globale dell’ultimo decennio, con l’apice dell’attuale pandemia che con virulenza ha contagiato le strutture sociali, culturali, produttive e politiche, ha svelato l’inganno della crescita illimitata anche al più cieco dei credenti.

Per ripartire, quindi, dobbiamo abbandonare il Paleoantropocene erosivo, estrattivo, pervasivo, ineguale e conflittuale in cui viviamo dal XVIII secolo per entrare nel NEOANTROPOCENE, una nuova era in cui l’umanità, invece di essere il problema, progetta e mette in atto la transizione verso lo sviluppo sostenibile, riattivando l’antica alleanza tra componenti umane e naturali come forze coagenti. Per me il NEOANTROPOCENE è un diverso antropocentrismo sensibile, rispettoso e resiliente volto a riposizionare l’umanità nella sua naturale omeostasi con la natura, usando tutta la nostra immaginazione per ripensare il nostro essere nel mondo e, soprattutto, il modo di co-abitarlo con rispetto e creatività.

- Maurizio CartaUniversità degli Studi di Palermo