Nei
Quando sono nati, i nei, nessuno se ne è accorto. Per una vita li ho coperti con maglioni a collo alto, guanti e calzini pesanti, oppure li ho scoperti al sole per ore, durante lunghe giornate al mare.
Sono sempre stati solo il sollievo dei miei amanti, che li univano con le dita quando i nostri corpi erano nudi.
Simili a pietre sul sentiero, a punte sbeccate di colori, a briciole di pepe sulla pelle, i nei sono una intermittenza a cui non ho mai pensato più di tanto, un ingrediente di me che non conosco. Da qualche giorno però, sono più attenta al mio corpo. Per noia, per diletto, chi lo sa.
Investigo ogni angolo, ritrovando questi piccoli puntini color caramello, caffè e latte, miele, marrone scuro.
Li osservo e mi appaiono come arcipelaghi inesplorati, fatti di silenzio. Come molliche di sole quando non si può uscire. Come punti di sospensione dei discorsi interrotti, fuori dalle porte. Come tracce da seguire sotto la doccia per continuare a camminare. Come gli unici punti fermi di questa solitudine quando ogni cosa ondeggia forte. Come costellazioni terrestri da ritrovare quando il cielo nella stanza ci sta troppo stretto.
Ritrovo finalmente il tempo per soffermarmi, per aprirmi, per unirmi.