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Mobilità

Mobilità dolce. La mobilità dolce non è soltanto forma sostenibile di movimento di merci e persone, “a impatto zero”, basata su trasporti non motorizzati che fanno ricorso esclusivamente alla forza umana (human powered mobility), a piedi, in bicicletta o con altre energie naturali o rinnovabili – ma si propone come la forma di mobilità che viaggia alla velocità dell’utente più debole e più fragile.

Il quadro normativo europeo disegna ampi scenari di futuro nel segno della “soft mobility” ma in Italia non è ancora chiaro il quadro di competenze necessarie per una svolta delle traiettorie da compiere per migliorare la qualità della vita negli spazi urbani, riqualificare le periferie, riconnettere le aree rurali, interne e marginali.

Essendo scientificamente provato che i livelli di inquinamento raggiunti dalle nostre città sono tra i primi responsabili della debolezza delle difese immunitarie – quindi possibili acceleratori di nuove pandemie – la mobilità dolce dovrebbe rientrare nelle agende delle priorità delle politiche pubbliche, ma anche dei comportamenti personali, quotidiani e feriali di ciascuno di noi.

La mobilità dolce non è soltanto giusta, ma anche conveniente. Guardiamo sempre con stupore paesi come l’Olanda, la Germania, la Francia o l’Olanda per il numero di biciclette in circolazione, ma non siamo consapevoli del fatto che siano di produzione italiana, leader mondiale: cosa fare oggi, di fronte alla rivoluzione della mobilità elettrica, dovrebbe essere di tutta evidenza

- Federico Massimo CeschinSimtur