L.

Limite

L’esigenza di limitare il contagio impone  a tutti noi restrizioni e norme che provano la nostra resistenza e i nostri valori. Quando varchiamo la soglia di casa, misuriamo la fragilità del confine tra la dimensione rassicurante del nido e la rischiosità dei contatti con l’esterno.

Tale consapevolezza induce ad un rituale di gesti e misure preventive che proteggano il corpo con guanti o mascherine, tutelando da imprevedibili rischi. Così la banale uscita per rifornirsi al supermercato diventa un’impresa da eroi senza qualità. Strategie accurate guidano i passi tra i corridoi creati dalle merci, all’interno del negozio, in uno stato di continua vigilanza verso il casuale vicino nella coda, alle casse, in ascensore. Col passare dei giorni, percepiamo i nostri limiti esistenziali attraverso quei gesti barriera che impongono separazione e vietano la gioia dello stare insieme o dell’incontro. Ferrei divieti impediscono il ritorno a chi è lontano: gli spostamenti da un paese all’altro finora garantiti dall’efficienza di reti ferroviarie e compagnie aeree sono annullati. Eppure la forzata sedentarietà ci trova impreparati, incapaci di programmare intere giornate in spazi ridotti, in tempi allungati. Abituati alla libertà di scelte e di mosse, mai come ora dobbiamo sforzarci per riconoscere nel limite la cifra del nostro essere umani, sì da arginare irrazionali paure con sentimenti di autentica responsabilità civile e di solidarietà verso l’altro.

- Caterina De CaprioUniversità "L'Orientale" Napoli