L.

Libertà

Alla parola Libertà ci penso già da un po’, è un chiodo fisso e vorrei provare a risolvermelo una volta per tutte. La parola Libertà è strana; attraversa i secoli e sopravvive nelle sue più incredibili contraddizioni senza riuscire a darci mai di lei un senso omogeneo, plausibile accettabile e condivisibile, tutto a tutti nello stesso istante.

Propongo una moratoria per decenza, propongo un po’ di “oblio semantico” non certo del suo significato ma si vede proprio che per come la scriviamo – in ogni lingua e contesto – non ci abbiamo capito niente.

Ricominciamo come se fossimo Adamo che inventa i nomi degli animali, forse il problema è lì, il nostro cervello con questa sequenza di lettere in ogni lingua possibile va in pappa. Come se pronunciarla aprisse il cuore ma tappasse occhi e orecchie. Confonde carnefici e vittime da millenni, le Antigoni con i Creonti. Nel prossimo futuro vorrei sostituirla, giusto per fare una prova, con una parola che vale per tutti, che tutti possano capire nello stesso momento.

Non mi viene in mente tanto, ma penso che la parola “Mare” possa essere moto più adatta. Cominciare a chiamare “Mare” quello che prima chiamavamo Libertà.

“Mare, uguaglianza e Libertà” non suona meglio? Non è più chiaro? Proviamo?

Senza togliere nulla ad Eraclito, che sottolinea che non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume, per certo ci bagniamo tutti nello stesso Mare, affacciandoci dalle nostre zollette di terra che ci galleggiano sopra.

- Massimiliano Max BorellaArci Torino