I.

Iperattivismo

Fino a ieri eravamo immersi nell’iperattivismo: fare sempre qualcosa, più cose, stare connessi, perché l’mperativo, come in una nota canzone di Bennato è: “muoviti muoviti, non ti stancare, il tempo stringe non farti fregare”. Ogni crisi è occasione di cambiamento, passaggio (Pasqua) ad altra condizione. I mistici cercavano l’isolamento come condizione di igienizzazione dello spirito, nel silenzio, lavorando, confrontandosi con testi della tradizione cui si riferivano.

Da un mese la crisi ci tiene in casa, siamo limitati nell’iperattivismo ma stiamo provvedendo in fretta. Forse in molti hanno pensato a chi da tempo, per altri motivi, vive così: i detenuti nelle carceri o agli arresti domiciliari, i disabili e gli anziani isolati, i richiedenti asilo, le badanti impegnate giorno e notte. Pochi avranno pensato a chi ha scelto la clausura. Mi colpisce la scarsa propensione a stare anche in silenzio. Darsi tempo per digerire le emozioni. Certo provando ad essere solidali, ognuno come può, ma senza cercare subito nuove sintesi con letture della situazione che presumono di aver già imparato quello che si può e si dovrà apprendere.

- Giovanni LainoAssociazione Quartieri Spagnoli Onlus