I.
Immag-in-azione
Dove è finita la tragedia “tragica” che ci faceva ammalare il cuore e fantasticare tra dei e miti? Dove sono i i sogni, l’immaginazione, e gli immaginari?
Il Covid-19, con la sua estetica “regale” ci offre la possibilità di immaginare, di mutare, di rettificare, di “decretare” un diverso abitare dello spazio “stretto” e del tempo “amplificato e sospeso”. La facoltà dell’immaginazione richiede una task-force sugli immaginari e una narrazione “speciale”. L’immaginazione “eccede” nello stato “straordinario” di esistenze “ordinarie”. Il contagio umano rettifica la sua “prossemica”, mentre “consumiamo” storie pandemiche e bollettini di “guerra”. Gli immaginari “sbrigliano” i corpi “infetti” dal “linguaggio”dell’informazione (infodemia). Ci scopriamo essere virus, mentre la quarantena diviene la nostra quaresima. L’immaginario aderisce all’imago. La cura di “immaginari” è la nostra tattica. Il contagio di salvezza è respiro. Il pensiero “eco-logico” è l’eco del logos immanente. L’immaginazione è la coniugazione di futuro anteriore. L’immag-in-azione è la nostra perfomance quotidiana di r-esistenza.