Gioco
Per fronteggiare una carestia che si protrasse per ben 18 anni, i Lidi inventarono numerosi giochi: dadi, palla, astragali. Metà del loro tempo veniva dedicata al giocare così da dimenticarsi il cibo. La storia raccontata da Erodoto ci ricorda il potere salvifico dell’atto di giocare, la sua capacità di stimolare la nostra fantasia e catapultarci in un mondo altro. In questi giorni di quarantena abbiamo cantato sui balconi, disegnato messaggi “andrà tutto bene”, interagito con altri essere umani attraverso videogiochi online riabilitando un vocabolo che, troppo spesso, nella lingua italiana ha assunto connotati negativi. Circonlocuzioni come “questo non è un gioco” o “smettila di giocare e pensa a cose serie”, saranno uno dei tanti ricordi del tempo che fu pre CoronaVirus.
D’altronde giocare è sinonimo di imparare!