Elastico
La dilatazione del tempo, regolata dalla velocità con cui ci muoviamo, produce una percezione apparente della mutevolezza dello spazio che, al contrario, rimane invariato. Alla necessità attuale di organizzare un diverso “piano dei tempi”, lo spazio deve rispondere in maniera differente rispetto a prima e la flessibilità è la chiave per adempiere ciò. Penso che ci sia la necessità di creare luoghi capaci di contrarsi e di espandersi, di assumere forme non previste nell’aprirsi e nel chiudersi, di assumere uno stato elastico che, senza alcuna frattura, genera un “luogo elastico”. Le tensioni interne che si creeranno dalla sollecitazione applicata, daranno vita a nuove situazioni di condivisione, a rinnovati luoghi di contaminazione socio-culturale e ad inediti spazi multifunzionali. Il tutto rigenerando ciò che già esiste nel contesto della città, che sia un luogo costruito o non, formale o informale, riconosciuto istituzionalmente o meno.