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Distanza

La distanza da Roma a Milano. Da Macerata a Reggio Calabria. Prima dell’inizio del mio isolamento dovuto al contagio da Covid-19, la parola “distanza” aveva a che fare con la mera misurazione di chilometri. “Quanto tempo impiego per spostarmi dal Ministero al convegno in una scuola del Sud Italia?”. Questioni di agenda. Poi, però, c’è stato il Coronavirus, che ha preso parole ed elementi della nostra quotidianità per svuotarli del loro senso comune e ci ha imposto una riflessione più approfondita su aspetti che davamo per scontati. Mentre vivevo la quarantena da sola nella mia casa di Città di Castello, mio padre ha festeggiato il suo compleanno. Per la prima volta da tanti anni, non mi trovavo a Roma o in giro per l’Italia. Ero a pochi metri da lui, eppure non potevo raggiungerlo e abbracciarlo. Abbiamo imparato – ho imparato – che le distanze sono colmabili. Al di là dei chilometri e del tempo per percorrerli. Che la separazione alla quale siamo stati costretti per salvaguardare la nostra salute collettiva non preclude la possibilità della vicinanza. Ce l’ha insegnato la scuola, che ha dimostrato a tutti noi che si può essere comunità anche senza abitare i luoghi abituali del nostro vivere civile. Le coordinate spazio-temporali con le quali abbiamo ordinato le nostre esistenze prima dell’epidemia possono essere “interpretate” in maniera diversa. Non ci sono distanze che non possono essere accorciate se ci sono la volontà e il desiderio di rimanere vicini.

- Anna AscaniVice Ministra per l"Istruzione