Dentro
In questi giorni, il dentro prevale sul fuori.
Stare nel luogo fisico della casa. Dimorare nel proprio spazio interiore.
Il primo è un dovere.
Il secondo è un continuo annaspare, cercando vie di fuga in un fuori che, traditore, ben presto si rivela un nuovo dentro. Con foga precipitiamo nei social, nel rumore della televisione, nelle chat. Tutti troppo vicini, dentro le maglie di una Rete meno ariosa di quanto credessimo.
Il canto della distrazione ci divora. Permanere dentro di sé richiede stratagemmi omerici: cera nelle orecchie, mani legate, smartphone spenti.
Così costretti, cominciamo a tendere l’orecchio dentro di noi. Per accorgerci, infine, che l’unica distanza lecita da colmare è la distanza da noi stessi, sperando sia solamente un metro.