Delicatezza

Con la delicatezza, puoi scuotere il mondo. MAHATMA GANDHI
Dal latino «delicatus», il sostantivo femminile delicatézza indica la qualità di ciò che è delicato, moltezza, leggerezza di tinte, sensibilità della pelle, squisitezza di sentimenti o di modi, sensibilità d’animo, anche dal francese delicatesse rimanda all’eleganza, e persino dal tedesco delikatessen il suono pare gentile. È una delle parole che prediligo, si può legare all’immagine biologica di venire al mondo, in particolare, nella mia esperienza ricorda la generatività di una donna, non vedente, mediante la sua fede operosa. Come apprendista, da lei ho affinato l’arte sensibile di approdare nel mondo dell’altro, come diverso da me, nel quale mi rifletto e dunque, mi riconosco. Come Bramblitt, l’artista famoso americano, non vedente, dipinge con i colori che “sente”, così lei, artigiana dell’invisibile ha modellato la mia umanità. In questo tempo, mi piace pensare che dopo il diluvio, ci sarà la comparsa dell’arcobaleno, con una novità: la possibilità di abbracciare il nero e il grigio della tristezza e del dolore, per intingere il pennello nella tavolozza di colori, versare sulla tela e spalmare il color speranza. L’augurio è scegliere tra i colori, per riordinare la complessità degli eventi e rendere evidenti quelle tracce di ambiguità che pure siamo chiamati a riconoscere ed a integrare. E tu di quale colore vuoi dipingere il mondo?