C.

Cura

Prendersi cura, curare, curarsi ….mi prenderò cura di te canta Battiato da molti balconi in questi giorni così difficili, mutevoli, umorali come gli alti e i bassi della febbre, come il battito interiore del cuore. Prendersi cura è un’arte che espone alle intemperie dell’animo, la cura è una occupazione preoccupazione, tutto passa dall’empatia all’ascolto attivo, all’esserci nel momento, a prevedere i momenti, a limitare i danni e a ripararli. Noi siamo ciò di cui ci prendiamo cura, noi siamo i guaritori feriti, noi oggi possiamo essere una comunità che cura. Noi psicoterapeuti, curiamo con le parole, noi sappiamo che ascoltare guardare vedere e sentire, il respiro l’odore gli occhi – quella luce febbrile negli occhi di chi soffre – è l’inizio di quelle immagini interiori che ci muovono prima di parlare. Ieri per strada ho fatto un esperimento, non facilissimo devo dire, indovinare dagli occhi che uscivano dalle mascherine lo stato d’animo delle persone che incrociavo o a cui ero vicino in fila dal fruttivendolo. La luce febbrile si riconosceva subito facilmente, non così le altre emozioni, ma anche il sorriso era visibile, l’apertura all’altro. Ecco noi molto spesso abbiamo come farmaco, come cura, uno sguardo accogliente che non giudica, uno sguardo che cura perché capisce, accetta e si preoccupa. Propongo uno sguardo così come cura per tutti noi.

- Rossella RenziniOrdine Psicologi della Toscana