Corona
Di stelle, di gemme, di lauro, di spine, ferrata, chiodata, d’oro, di fiori.
Esposta sotto teche di plexi infrangibili, o sotto stretta sorveglianza di uomini armati. Dipinta, tatuata, Da ammirare, da lanciare in aria come gesto di vittoria. Da riportare sulle lettere per marcarne subito l’altissimo valore. Concupita in guerre, intrighi, tradimenti.
Posata in capo in cerimonie solenni, o strappata di mano e autocalata sulla testa.
Quando cade il Re, la partita è finita.
Si parla di Corona, oggetto solenne, da porre sul capo come elemento distintivo, nobilitante, che segna una differenza, che marca una separazione. Un oggetto rotondo, che per estensione avvolge, abbraccia, racchiude e sottolinea l’importanza della testa, del centro pensante e strategico, dell’uomo. Oppure sancisce un’alleanza, un patto, celebra una memoria solenne.
Cosa c’è di nobile in un virus letale? Cosa di eroico in una pandemia? Cosa di solenne in un avvenimento irrazionale?
È Grottesca l’immagine di una palla bitorzoluta che ha una coroncina addosso…forse un inconscio atto di ingentilimento verso un mostro che toglie il fiato.
Ma il desiderio è che la Corona diventi simbolo di rinnovata alleanza fra natura e uomo, di rinsaldato senso di collettività, di respiro sul futuro.