Contaminazione
Parola che ha assunto un significato negativo in questi ultimi mesi di segregazione. Se la contaminazione porta in sé il rischio della morte, con la quale, naturalmente, non ci piace avere a che fare, non dobbiamo dimenticare che lo scambio di materia ed energia è alla base della vita.
La termodinamica chiarisce che un sistema isolato dall’esterno è soggetto a un aumento di entropia che provoca il collasso del sistema stesso. Questo significa che non possiamo immaginare di essere immuni dagli scambi e, quindi, dalle contaminazioni. Non esiste procedura di sicurezza che garantisca, infatti, una totale protezione da qualsivoglia agente esterno, che sia utile o nocivo: in poche parole, se decidiamo di vivere dobbiamo essere disposti a contaminarci e, nel peggiore dei casi, anche a morire.
Quel che possiamo fare, come buona pratica quotidiana, è creare le condizioni che preservino, o ancor meglio rafforzino, la salute del nostro sistema. Se il nostro sistema è forte possiamo più facilmente sbarazzarci delle contaminazioni sgradite. Mai come in questo momento siamo consapevoli di come prenderci cura di noi stessi, però, non sia sufficiente, perché siamo immersi in un ecosistema del quale siamo altrettanto responsabili. Il mio benessere dipende dal benessere dell’ecosistema, per cui guardare al proprio orticello e coltivare le proprie recintate certezze non è mai stato così evidentemente inutile.
Il prossimo futuro dell’umanità, una volta fuori, dovrà essere segnato dal coraggio di mischiare, con cura, provenienze e competenze, per aumentare la diversità ed essere in grado di rispondere alle sfide globali, che siano sanitarie, economiche o etiche. Solo se saremo in grado di tornare a contaminarci senza paura, nel rispetto della natura e degli altri esseri umani, ambieremo e diventeremo migliori: altrimenti collasseremo.