C.

Consolare

Una volta mi hanno insegnato che se non sai spiegare qualcosa vuol dire che non l’hai capito nemmeno tu. Però a me è successo così tante volte di trovarmi, confusa e incerta, a provare a chiarire una qualche nozione a qualcuno che confuso e incerto lo era più di me. Alla fine, spiegando, ottenevo chiarezza per me prima di tutto, e chi davvero traeva beneficio dallo sforzo di spiegare ero io.
Non è solo la comprensione a funzionare così, ma anche la consolazione. Quel “solo” dentro a “consolo” viene da un verbo che significa soddisfare. Significa “intero”. Con.
Consolare è un intero magnifico e difficile, quello che possiamo essere solamente con gli altri. Consoláti. E consolanti. Perché provando a consolare ci mettiamo dentro allo stesso spazio, e capita che consoliamo solo lasciandoci toccare in quello che, in noi, attendeva di essere curato. E nel consolare siamo consolati. Da noi stessi? Dall’altro? Dalle parole? Dalle ragioni? Dai gesti? Solo cercando di restituire interezza troviamo la nostra. E siamo talmente vicini, nelle due parti della consolazione, che a me sono sembrate proprio la stessa cosa.

- Mariachiara Tirinzoni