C.

Consistenza

La domanda è se gli uomini al potere, ad esempio oggi Trump, ieri Hitler, sono altrettanto sinceri quanto la massa che loro sottostà. Oppure se sono soltanto cinici gangster che ridono delle proprie idee raffazzonate. Questa domanda è così goffa e grezza che non è possibile trovare una risposta negativa o positiva. Il vero problema non sta nell’alternativa (seo). Tanto il se quanto l’o si accordano: questa combinazione è allo stesso tempo un assurdo logico e un fatto psicologico. Di fronte a una pandemia che uccide centinaia di migliaia di persone e inasprisce di colpo povertà e disuguaglianze su scala globale, il vuoto morale e di pensiero nella stanza dei bottoni lascia attoniti. La consistenza, al contrario, è la materia di cui sono fatte le donne e gli uomini che hanno una architettura umana ben costruita, persone comunque imperfette e limitate che, di fronte alla crescente incertezza e complessità sempre più difficili da governare, anziché rifugiarsi nella fuga della pura narrazione, della ricerca di sempre nuovi capri espiatori o nello scarica barile, abbracciano la responsabilità e scelgono la via più stretta, quella della solidità, dell’impatto, della concretezza, della rispondenza alla realtà, del fondamento logico e psicologico. Una società che procede per rapide fughe (andare, camminare, lavorare) è una società della rimozione permanente, personale e collettiva. L’esercizio di responsabilità e la tensione verso la consistenza, sesta e conclusiva lezione americana pensata da Italo Calvino a fine Novecento per ispirare questo nostro secolo, sono, a ben guardare, una scelta quotidiana che ciascuno di noi può fare.

- Giancarlo Sciascia