C.

Coda

La coda. Quella cosa che ”noi italiani non sappiamo fare”, quella in cui ci ammassavamo sempre in un nugolo disordinato urlando e imprecando contro quello davanti che ci aveva sicuramente superato (o quello dietro che tentava sicuramente di superarci). La coda, quella cosa lunghissima che contraddistingue le nostre uniche uscite settimanali per andare al supermercato e che ora seguiamo diligentemente per paura che quello dietro o quello davanti, che prima ci avrebbero sicuramente superato, oddio se lo facessero ora rischieremmo la vita. La coda, quella in cui siamo finalmente fuori casa ma sperimentiamo da vicino una situazione surreale ma purtroppo così reale e ci fa venire la voglia di tornarci subito a casa, che forse non si stava così male. La coda, quella di tutti gli animali che ora vagano indisturbati per le nostre città, si, proprio lì dove prima vagavamo noi, davanti ai negozi con le serrande chiuse, davanti ai bar con i tavolini vuoti, davanti alle chiese, nei parchi, nelle fontane, dicendoci che loro sono lì ma non per prendersi la loro rivincita su di noi, no, non sono cattivi come lo siamo stati noi con loro, ma per dirci che se vogliamo davvero un altro mondo dopo tutto questo dobbiamo cambiare qualcosa, con un bel colpo di coda, s’intende.

- Silvia SangrisoNa.U Navigazioni Urbane