Cinema

La pandemia ha chiuso i cinema. Bisognerà riapprendere lentamente tutto il vocabolario che al cinema è connesso: la scoperta, il possibile e l’impossibile, il verosimile e l’inverosimile, ma anche le lingue, i baci e gli sguardi nascosti, i sorrisi e i pianti, i movimenti, i gesti e la reinvenzione del quotidiano che costituiscono l’essenza di questa arte. I segreti di una sala cinematografica, i profumi di un cinema all’aperto (la campagna, l’odore del gelsomino, le onde del mare, il vento o l’acquazzone improvviso). Il gusto di un’esperienza intima e collettiva, il piacere e la voglia di sognare e ridere tutti assieme. Ma anche le potenzialità di trovarsi unici e parte di un tutto, riconoscersi contemporanei dei propri avi, vicini dei propri estranei. E spiegarlo ai più piccoli, a chi rischia di non aver conosciuto tutto questo. E raccontargliene la necessità, mostrare cosa può significare riconoscere la bellezza manifestarsi all’improvviso, e quanta ragione ha Godard quando dice che “per guardare lo schermo cinematografico si alza la testa, mentre per guardare la televisione la si abbassa”. Il cinema ci aiuterà a rialzare la testa, per questo ne avremo sempre bisogno.