Casa
In questa reclusione domestica la casa assume nuovi e diversi significati. Diversi da prima e diversi oggi per ognuno.
La casa, in questo momento, luogo “sicuro” dove sostare nelle giornate lunghe che non finiscono mai, difendersi dalla malattia. Ma non solo e non sempre. Ieri e oggi
La casa
La casa è il luogo dei nostri riti quotidiani per fare fronte all’inatteso ospite. Giornate lunghe dentro l’involucro di speranza per il domani. Protezione e sicurezza. E allora cura dei particolari, riordino paziente dei ricordi, cucina ricercata, bellezza dei particolari, cura delle piante, rilettura di libri assopiti nei sonni degli ultimi anni. Ricette del passato che tornano a farci compagnia. Sosta inaspettata per cure d’amore in cui cercare di ricostruire. Domani.
La casa
E chi la casa non ce l’ha? E tutti quelli a cui è stato proibito il rifugio nelle coperte? Dove sono gli erranti? Che posto è consentito loro? Quale nicchia li protegge? Penso alla casa di chi non ce l’ha. E non la trovo. A quali gesti di bellezza si aggrappa per pensare il domani. Domani sarà di nuovo casa una panchina, un porticato. La libertà di vivere ognuno la sua. Domani.
La casa
E poi la casa di chi da questa convivenza forzata subisce le violenze quotidiane di sopraffazione fisica e psicologica. E non sa dove scappare, non sa in quale altro spazio rifugiarsi. E non è protezione, non è sicurezza, non è amore. Convivenza coatta. Reclusione pericolosa. E dopo? Domani