Bellezza
Quando penso a cosa sia bellezza in questo tempo, lascio l’idea di ordine, armonia e perfezione, che da casa con gli scuri chiusi è difficile vedere.
Ma camminando, le strade vuote sembrano allungarsi e sento qualcosa. Ripercorro i passi dei pittori della prospettiva, che non trovavano pace e alla fine trovarono il punto verso cui tutto tende, l’infinito reale.
C’è allora in questo momento di spaesamento, di cammino solitario e pauroso, qualcosa di vero, di reale, che chiamiamo infinito, che sentiamo come bellezza, che sperimentiamo estaticamente, oppure empaticamente?
Dalla ricerca matematica della bellezza come perfezione, oppure come eterno, per la prospettiva, fino alla bellezza fondata sull’infinito, è cambiato tutto. È cambiata la nostra civiltà e siamo cambiati noi, il nostro senso di essere al mondo. Che la domanda sulla bellezza è in fondo una domanda di senso, è come dire, che senso ha la nostra vita?
“Cosa sia bellezza io non lo so, ma so che c’è” diceva Durer. La bellezza oggi possiamo non vederla ma comunque sentirla, ed è in fondo quello scuotimento pauroso dell’anima in cui tutto è stato rimesso in gioco.
Camminando vedo gli scuri chiusi e il mio senso di finitezza è sbriciolato da quel punto lontano verso cui tutti stiamo tendendo, e questa idea suscita in me come un entusiasmo, un desiderio di andare oltre e abbracciare tutto.
Ecco cos’è bellezza, posso tornare a casa.