A.
Azzurro
I pomeriggi troppo azzurri e lunghi per noi, costretti a rimanere chiusi in casa e a guardare il cielo dalla finestra. Anche se fuori l’aria è più pulita del solito e il cielo è più azzurro di come ce lo ricordavamo.
Come sta cambiando la percezione dello spazio comune dallo stato di sospensione domestica in cui ci troviamo? E cosa diventano gli spazi del comune quando il contatto dei corpi non è possibile? Quali parole abbiamo per costruire nuovi immaginari? Insieme, lanciando nuove reti che colleghino i punti, spogliandoci di identità per acquisirne di nuove. Collettive, aperte, condivise.