Assonanza
Come rime imperfette, lontani, ma vicini, cerchiamo il senso recondito di un tempo che senso sembra non averne. Erranti.
Un tempo che a molti urla dentro, ad altri si è offerto come repentino sodale.
È lì, presente, ad offrir cavalleresca reggenza a un sentimento di fiducia universale, che si nutre di valore restituito a ciò che era: al silenzio dell’ago, che col suo allegro seguito di trine colorate buca il cotone, a quello del pane, che lievita operoso sotto al canovaccio di lino, a quello della mano, che aiuta l’ancor cagionevole piantina ad accogliere l’abbraccio della Terra, a quello dello sguardo, che calmo ora si affida ad ogni espressione di bellezza.
In una continua ricerca di “assonanza”, capace di rimanere. Dopo.