A.

Architettura

L’architettura è il fantasma che popola tutti gli edifici.
E siccome non esistono i fantasmi, esiste l’architettura.
Quando una casa ti parla di ciò che avveniva tra le sue mura prima che sparissero i suoi abitanti, quando una casa ti racconta di un giorno di festa durante un lunedì di lavoro, quando una casa sembra descrivere il male della vita o il bello di una notte.
Il fantasma appare. Esiste.
L’architettura è la rivelazione di ciò che uno spazio potrebbe ospitare.
È una finzione? Possibile che lo sia.
Come tutte le cose, come tutte le persone, come tutti i fantasmi.
Non sapremo mai se l’architettura dica la verità. Almeno finché non incontriamo il suo fantasma.
È questo il mistero degli edifici.
Il motivo per cui li amiamo. La ragione per cui li odiamo.
Non possiamo prendere troppo sul serio qualcosa che non esiste. O che esiste solo quando rivela la sua ineffabile essenza.
Eppure lo facciamo: il fantasma dell’architettura è odio e amore.
Danziamo con i fantasmi quando giochiamo con l’architettura.
Danziamo con la vita quando amiamo e odiamo i suoi fantasmi.
E l’architettura è una vita in più. Immaginaria, forse. Ma vita.
Solo gli ingenui non credono ai fantasmi. Solo gli ingenui pensano che i fantasmi esistano.
Ingenuamente, costruiamo fantasmi quando non ci fidiamo di un fantasma e costruiamo spazi quando non ci fidiamo dello spazio.
Solo gli uomini costruiscono spazi. Solo gli uomini vedono i fantasmi.
Solo gli uomini danzano con un fantasma.

- Daniel Screpanti